Accrual e beni culturali

L’importanza dell’inventariazione dei beni culturali, mobili e immobili.

Data: 1 Dicembre 2025

calcolatrice e penna

L’adozione di un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale a base Accrual rappresenta una trasformazione importante per la pubblica amministrazione italiana.

Tale sistema, avviato in ottemperanza alla direttiva 2011/85/UE e in attuazione della riforma 1.15 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, si fonda sul principio della competenza economica, un criterio che esige una rappresentazione completa, trasparente e fedele non soltanto delle operazioni finanziarie, ma dell’intero patrimonio e del risultato economico degli enti.

Questo approccio segna un deciso distacco dalla tradizionale contabilità finanziaria, orientando la gestione pubblica verso una visione più articolata e sostanziale delle risorse disponibili.

Il processo di ricognizione delle immobilizzazioni materiali rappresenta la fase più delicata e complessa dell’intero percorso di transizione.

Gli enti locali sono chiamati a condurre un’accurata mappatura di tutti i beni.

La gestione dei beni culturali costituisce una sfida operativa di notevole complessità, che richiede competenze specialistiche, strumenti adeguati e una profonda revisione dei processi amministrativi consolidati.

Per quanto concerne la valutazione iniziale, lo standard Itas 4 prevede che si basi, di norma, sul costo storico per i beni acquisiti a titolo oneroso, rappresentato dal costo di acquisto o di costruzione.

L’Itas 4, che si riferisce alle immobilizzazioni materiali, include i beni culturali (quali edifici storici e opere d’arte) come particolare categoria di immobilizzazioni materiali riconoscendone, espressamente, la specificità e le peculiarità che li contraddistinguono rispetto agli altri beni patrimoniali.

I beni culturali presentano, infatti, caratteristiche uniche che li rendono particolarmente complessi da gestire sotto il profilo contabile. Questi sono spesso insostituibili e irreplicabili, possono essere soggetti a vincoli stringenti che ne limitano la disponibilità e l’utilizzo, richiedono competenze specialistiche per la loro conservazione e valorizzazione.

Una delle caratteristiche contabili più rilevanti dei beni culturali è che, data la loro durata indefinita, non sono soggetti ad ammortamento.

La gestione del pregresso rappresenta la fase iniziale e più delicata dell’intero processo, volta ad adeguare le consistenze patrimoniali iniziali alle disposizioni dell’Itas 4. Questa fase richiede un’attività estesa di censimento e valutazione sia dei beni già inventariati, che devono essere ricondotti ai nuovi criteri di rilevazione e valutazione, sia dei beni non precedentemente tracciati, ma che risultano controllati dall’amministrazione secondo i nuovi criteri.

Proprio in quest’ottica la Direzione organizzativa I Bilancio e finanze ha analizzato in questi mesi i beni mobili culturali ai fini dell’aggiornamento del valore nello stato patrimoniale attivo e nell’inventario nella categoria dei beni di interesse storico – artistico, in collaborazione con la Direzione organizzativa V – servizio Cultura, anche ai fini dell’aggiornamento della relativa riserva indisponibile per beni culturali dello stato patrimoniale passivo.

Inoltre, in collaborazione con la Direzione organizzativa V – servizio Cultura, si sta lavorando per inserire analiticamente nel software dell’inventario anche i beni mobili artistico-culturali di Villa Monastero.

Ultimo aggiornamento
03/12/2025, 19:27