Cerimonia commemorativa per il Giorno del Ricordo
Data: 6 Febbraio 2014
Domenica 29 settembre dalle 8.00 alle 20.00 in SALA DON TICOZZI a LECCO
Data: 6 Febbraio 2014
Lecco, 7 febbraio 2014 – Lunedì 10 febbraio alle ore 18.15 si terrà la cerimonia commemorativa organizzata da Provincia e Comune di Lecco in occasione del Giorno del Ricordo, istituito con la Legge 92 del30 marzo 2004 in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.
La cerimonia commemorativa, organizzata in collaborazione le associazioni “Comitato 10 febbraio” e “Comunità Lecchese Esuli Giuliano-Dalmati”, si terrà con il seguente programma:
“Nel Giorno del Ricordo – commenta il Presidente Daniele Nava – vogliamo rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e delle vittime delle foibe, dell’esodo di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della complessa vicenda del confine orientale. 350.000 italiani abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia furono costretti a scappare e ad abbandonare terra, case, lavoro, amici e affetti incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento titini. Si è trattato di un imperdonabile orrore contro l’umanità, senza dimenticare l’odissea dell’esodo, del dolore e della fatica della ricostruzione. A queste vittime vogliamo rendere omaggio, ricordando e condannando, assumendoci la responsabilità di aver negato per troppo tempo la verità storica”.
“Celebriamo il Giorno del Ricordo – dichiara il Sindaco di Lecco Virginio Brivio – per rinnovare un sentimento di autentica vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime di orribili stragi come quelle compiute nelle foibe, insieme al ricordo delle popolazioni italiane che furono costrette all’esodo dalle terre istriane, fiumane e dalmate. Rivolgiamo un pensiero a tutte quelle donne, quei bambini e quegli uomini che abitavano le terre dell’Istria, della Dalmazia e del Quarnaro e che hanno dovuto abbandonare la loro casa e i loro affetti. Il nostro ricordo va a tutti coloro che persero la propria casa, o addirittura la propria vita, in quegli anni bui e dolorosi, senza colpe, ma per l’altrui violenza. L’attaccamento di quelle persone alle proprie radici e alle proprie origini sono oggi per noi motivo di esempio e stimolo a non far venire meno il nostro impegno comune per la costruzione di una società più giusta, più unita e più solidale”.
Ultimo aggiornamento
26/06/2020, 11:52